Meditazione Tutti i Santi 01/11/2024

Come ogni anno, nella solennità di Tutti i Santi leggiamo le beatitudini. Si potrebbe commentare a lungo ognuna di esse perché sono un riassunto di tutto il Vangelo e contengono molti richiami anche al resto della Bibbia. Quest’anno vorrei provare a dire qualcosa sulla terza: «Beati i miti perché erediteranno la terra». Per qualcuno forse sarà una sorpresa, ma questa frase non l’ha inventata Gesù: l’ha presa da un salmo, il salmo 37.
In questo salmo la “terra” non è il pianeta Terra, ma la terra di Israele, quella che Dio ha promesso di dare al suo popolo purché resti fedele all’alleanza e osservi la sua Legge. Purtroppo molte volte il popolo ha infranto la Legge e l’alleanza, così la terra di Israele spesso è stata conquistata con le armi da popoli stranieri. Gli invasori di turno hanno trovato anche tra gli Israeliti alleati senza scrupoli che si sono uniti a loro per opportunismo. Il salmo li definisce malvagi (cioè cattivi) o empi (cioè non pii, senza rispetto per ciò che è sacro), malfattori (gente che fa il male), nemici del Signore, ingiusti e peccatori. Tramano insidie, usano violenza, prendono in prestito e non restituiscono: in sintesi, hanno successo perché sono violenti, furbi e imbroglioni. Non esistevano solo allora: infatti ancora oggi molti dicono che «il mondo è dei furbi».
Di fronte a tutta questa violenza e ingiustizia è normale indignarsi e provare una grande collera, ma il salmo dice che se anche i malfattori per il momento hanno successo, ricchezza e potere, presto le cose cambieranno. Dio interverrà in soccorso dei suoi fedeli poveri e giusti che sono “miti”. Questa parola non indica persone deboli o incapaci di reagire, anzi! Nel libro dei Numeri (12,3) si dice che «Mosè era un uomo assai mite (o umile), più di qualunque altro sulla faccia della terra» e Mosè non era certo un debole. Anche i miti di questo salmo sono uomini forti, così forti da dominare la propria collera e mantersi giusti in un mondo ingiusto e presto Dio verrà in loro aiuto: la terra di Israele, la terra «dove scorre latte e miele» non è una preda da arraffare con la furbizia e la violenza, ma è dono di Dio per chi resta fedele alla sua alleanza e resiste alla tentazione di “farsi furbo” come gli empi. Alla fine saranno proprio i miti a ereditare la terra di Israele. Ma è vero?
Per quanto riguarda Israele, ai tempi di Gesù l’impero romano l’aveva conquistato con le armi e molti si erano stancati di aspettare l’intervento liberatore di Dio: questa loro impazienza li portò alla completa distruzione, come Gesù aveva previsto. Ma le beatitudini non si occupano di queste cose, non sono un programma politico nazionalista. Quando dice «Beati i miti perché erediteranno la terra», Gesù annuncia la venuta del regno di Dio. Oggi “il mondo è dei furbi e dei prepotenti”, ma sta arrivando un mondo nuovo, diverso, nel quale entra chi resiste alla tentazione di rispondere agli inganni e alla violenza con altra violenza. È un dono di Dio. E quando arriverà?
Anche subito: oggi, come ai tempi di Gesù, come ai tempi dei salmi, «il mio bene è stare vicino a Dio» (Sal 72,28). Il mondo nuovo, il regno di Dio, la terra che appartiene ai non violenti è la loro stessa vita, è la nostra vita libera dalle logiche di sopraffazione e colma della presenza del Signore. Gesù la descrive nel discorso della montagna, ma anche il salmo descrive i miti e la loro condotta: meditano la sapienza e custodiscono nel cuore la legge di Dio; si accontentano del poco e condonano i debiti perché hanno compassione; confidano nel Signore e fanno il bene; cercano la gioia in lui e gli affidano la loro via. È un vero programma di vita.
Perciò beati i miti, i non violenti, quelli ripudiano la prepotenza e restano uniti a Gesù, il quale «insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia» (1 Pt 2,23): a loro appartiene già quella terra, quel mondo nel quale tutti vorremmo abitare.


Pubblicato

in

da

Tag: