Meditazione 14^ domenica del tempo ordinario 07/07/2024

Il brano evangelico di domenica scorsa ci ha detto qualcosa riguardo a cos’è la fede e a cosa non è: non è superstizione e non è disperazione, ma è fiducia e abbandono in Dio. Il brano di questa domenica aggiunge qualcos’altro: senza fede da parte nostra nemmeno l’onnipotenza di Dio può agire.
Può sembrare un controsenso o un’esagerazione: se veramente Dio è onnipotente, non dovrebbe avere bisogno di niente e di nessuno. Eppure il Vangelo di oggi racconta proprio questo: a causa dello scetticismo e della chiusura preconcetta dei suoi parenti e compaesani, Gesù “non poteva compiere nessun prodigio”. Il verbo è all’imperfetto: significa che continuava a non poter fare, continuava a essere, per così dire, bloccato dalla loro incredulità.
Possiamo immaginare l’imbarazzo, per non dire lo scandalo, dei suoi discepoli che lo avevano seguito fino a Nazareth: vederlo così impotente, esposto alla derisione dei suoi compaesani quando con un bel miracolo avrebbe potuto chiudere la bocca a tutti… A volte è il nostro stesso imbarazzo, quando qualcuno ci chiede: «Dov’è il tuo Dio? Perché non interviene?». Ma la missione di Gesù non consisteva nello stupire con effetti speciali, bensì nel condurci ad aver fedefiducia in Dio.
La fede-fiducia in Dio è quella porta aperta, un vuoto che permette all’azione di Dio di entrare nel nostro mondo: a volte magari in modo straordinario, più spesso in modo nascosto. Ci sono alcuni che pensano che la fede e la preghiera possano sempre ottenere dei miracoli e, viceversa, se i miracoli non avvengono è sempre a causa della mancanza di fede o di preghiera. Certamente questa mancanza è una porta chiusa all’azione di Dio, ma non è vero che Dio debba fare sempre la nostra volontà, e soprattutto non è vero che Lui conceda il suo aiuto solo ai “più bravi”, a quelli che hanno più fede degli altri. Dio vuole sempre il vero bene di ciascuno di noi, anche quando ci è difficile accettarlo e comprenderlo: possiamo ribellarci e resistergli, oppure affidarci a Lui con amore, e questo gli permette di entrare nella nostra vita per formare a poco a poco l’immagine e la somiglianza del suo Figlio Gesù in noi.
Questo affidamento accogliente e docile non è mai raggiunto una volta per tutte, non è mai scontato: è un cammino che conosce a volte arresti e addirittura inversioni di marcia. La fede cresce attraverso molte prove e quando le incontriamo anche noi possiamo restare scandalizzati, come i compaesani di Gesù, e per lo stesso motivo: «Quanto abbiamo udito che hai fatto in altri luoghi e in altri tempi (i miracoli) fallo anche qui, ora, per noi».
Ma non tocca a noi decidere cosa deve fare Dio: la sua onnipotenza entra nella nostra vita attraverso la fede-fiducia che gli accordiamo, la disponibilità a lasciarci condurre dove vuole Lui.


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