Meditazione 18^ domenica del tempo ordinario 04/08/2024

Il brano evangelico di questa domenica è la prima parte del cosiddetto discorso del pane di vita, al capitolo 6 del Vangelo secondo Giovanni. È un discorso molto profondo e difficile da seguire, come tutto il quarto vangelo, benché l’evangelista adoperi soltanto 1011 vocaboli, quasi tutti di uso comune: luce, vita, gioia… Provo a proporre una sorta di parafrasi per seguire il ragionamento principale, ovviamente perdendo molti dettagli preziosi.
A quelli che erano venuti a cercarlo Gesù dice in sostanza: “Voi mi cercate perché volete qualcosa da me (il pane, e in precedenza la guarigione dei malati), mentre io voglio darvi me stesso. Non cercate quello che volete voi: cercate quello che Dio vuole donarvi”.
Pausa: credo che molto spesso anche noi assomigliamo a questa gente che cerca Gesù con delle richieste magari buone in sé, ma diverse da quel che il Padre desidera donare. Come loro, anche noi spontaneamente siamo tentati di legare l’esaudimento delle nostre richieste a un corrispettivo da parte nostra: un voto, un dono, una promessa, un comportamento… Infatti rispondono a Gesù: “Cosa dobbiamo fare per compiere l’opera di Dio? (Cioè, cosa dobbiamo fare per ottenere quel che chiediamo?)”. Gesù risponde: “L’opera di Dio (ciò che Dio vuole da voi, ma anche ciò che lui vuole fare per voi) è accogliere il suo dono: credere, mettere la propria fiducia in colui che egli vi ha mandato”. Qui non si tratta di contrapporre la fede e le opere: è chiaro che accogliere con fede Gesù cambia tutta la propria vita e il proprio modo di agire, ma diventa lui il Signore, l’origine delle mie scelte e delle mie azioni, invece di essere colui che deve ricompensare il mio comportamento.
Gli ascoltatori non lo capiscono, perciò rispondono: “E tu cosa fai (per noi)?”. Sono prigionieri di una logica di scambio che si potrebbe esprimere così: “Siamo disposti a fare quello che vuoi, se anche tu farai quello che vogliamo noi”. È una mentalità molto diffusa tra le persone religiose.
Alcune di loro hanno perso la fede quando è capitato qualcosa di brutto nella loro vita, perché è sembrato loro che Dio non abbia rispettato i patti: “Io mi sono sempre comportato bene, perché hai permesso che mi succedesse questo? Cosa fai tu per me?”.
Gesù dice: “Io sono il dono di Dio, ciò di cui avete veramente bisogno: io sono il pane della vita, cioè quel che può davvero rendere umana la vostra vita”.
Poi il discorso prosegue e continueremo a leggerlo nelle prossime domeniche, ma intanto è bene per noi soffermarci su questa domanda: perché ti cerco Signore? Cosa voglio da te? Non dobbiamo aver paura di rispondere: forse anche i dodici apostoli all’inizio hanno seguito Gesù perché volevano un re che scacciasse dalla loro terra gli invasori stranieri. Un po’ alla volta hanno capito (tutti, tranne Giuda iscariota) che il dono di Dio era altro, rispetto alle loro attese.
Così, anche per noi, la durata della vita è il tempo del nostro apprendistato di discepoli nel quale imparare a desiderare i desideri di Dio, nutrendo la nostra vita di quel pane che egli ha preparato per noi.


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