Meditazione 22^ domenica del tempo ordinario 03/09/2023

Il brano di domenica scorsa segna una svolta nel Vangelo secondo Matteo, come già in quello di Marco: prima della professione di fede di Pietro e degli altri apostoli Gesù si dedica soprattutto alla predicazione alle folle e alla cura dei malati; dopo la professione di fede di Pietro si dedica soprattutto alla formazione dei suoi discepoli che comincia proprio con il brano di questa domenica. Nel Vangelo infatti il testo comincia con le parole: «Da allora», cioè dal momento in cui Pietro disse: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E cosa diceva Gesù da allora in avanti? «Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Il Vangelo annota che a quel punto Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai», ma Gesù rincarò la dose e aggiunse: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».
Credo che dobbiamo essere grati a Pietro perché la sua obiezione in fondo è anche la nostra, è la reazione umana di tutti i tempi, ma forse soprattutto del nostro tempo: a nessuno piace soffrire, ma in modo particolare negli ultimi decenni siamo riusciti a fare grandi progressi togliendo dalla nostra vita tanti problemi e dolori e godendo tanti tipi di piaceri e di opportunità. Non fa nessuna meraviglia che oggi tantissimi libri di “spiritualità” siano in pratica manuali per vivere in modo più gioioso e piacevole, e di sicuro c’è del buono e del vero in questo, ma allora che senso ha la parola di Gesù sulla croce? Può esserci un qualche legame tra la croce e la gioia?
Poco prima di morire, pienamente consapevole di quel che lo aspettava, Gesù ha detto ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9.11). E subito dopo, pregando il Padre, ha aggiunto: «Ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia» (Gv 17,13).
Gesù sapeva di essere amato dal Padre e con lo stesso amore amava i suoi discepoli e ama anche noi, fino a dare tutto se stesso: in questo sta la pienezza della sua gioia. Vorrebbe anche per noi la gioia piena che proviene da questo amore senza limiti né margini di sicurezza, ricevuto e contraccambiato, ma è una gioia a caro prezzo. Quell’amore che dà gioia dà anche il dolore: a un certo punto la gioia e il dolore non si possono più separare. Perché l’amore può crocifiggere: lo sa chi ha perso una persona cara, lo sanno quelli che assistono un parente ammalato o invalido, lo sa chi è stato abbandonato ma non riesce a smettere di amare, lo sanno tutti quelli che non possono scendere dalla croce perché sono inchiodati dal loro stesso amore.
La croce ci fa paura e credo che nessuno di noi avrebbe il coraggio di sceglierla spontaneamente, nonostante tutti i crocifissi appesi nelle nostre case, nonostante tutte le messe alle quali abbiamo partecipato, nonostante tutte le omelie e le catechesi che abbiamo ascoltato. Credo sia giusto così: non si deve scegliere il dolore, ma la gioia. Solo che la gioia non è la somma di tanti piaceri vissuti egoisticamente, ma il frutto di un amore che si riceve e si dona.
Gesù sulla croce ha sofferto, come tutti i crocifissi della storia, ma è stato lui a scegliere di non fuggire, di non evitare tutto quel male. La sua gioia non è consistita nello schivare il dolore, ma nel trascenderlo: ha accettato il dolore e la morte perché sapessimo che l’ultima parola non appartiene al dolore e alla morte, ma alla vita e alla gioia.
Ha chiesto anche a noi, suoi discepoli, di seguirlo su questa strada: non dedicare la vita al nostro egoistico tornaconto individuale, bensì all’amore e al servizio che possono crocifiggere, ma conducono alla pienezza della vita e della vera gioia.


Pubblicato

in

da

Tag: